Ragusa: braccianti agricoli schiavizzati, il Codacons invoca pene severe e sanzioni interdittive per le aziende.
Alloggi fatiscenti privi di riscaldamento, indumenti prelevati dai rifiuti e vitto scadente o scaduto: erano l’unica ‘paga’ che un gruppo di romeni davano a loro connazionali in cambio di lavoro nei campi o, per alcune giovani, anche minorenni, obbligandole a prostituirsi. E chi si ribellava era vittima di violenza inaudita.
Dopo quanto emerso da un’indagine della polizia di Ragusa che ha fermato cinque romeni per caporalato, associazione a delinquere, traffico di esseri umani e sfruttamento pluriaggravato della prostituzione, anche minorile, il CODACONS interviene invocando sanzioni esemplari e con la richiesta al nuovo governo di inasprire le pene per questi gravi reati, sanzionando pesantemente anche le aziende che utilizzano traffico di esseri umani per reclutare manodopera a costo zero.
“Occorre sanzionare con pesanti misure interdittive e rendere di pubblico dominio le aziende coinvolte nel triste fenomeno del capolarato e del traffico di esseri umani, afferma Francesco Tanasi, Segretario Nazionale Codacons. Per questo chiederemo al nuovo ministro delle politiche agricole, Gian Marco Centinaio, di attivare subito una task force per difendere il lavoro, la dignità e il reddito dei nostri agricoltori, allevatori e di quanti ogni giorno si impegnano onestamente per portare in alto il nome della Sicilia in questo comparto.”
Le indagini, coordinate dalla Procura distrettuale di Catania, sono state avviate dalla squadra mobile dopo la denuncia di un romeno, attirato, come gli altri, con l’inganno e la falsa promessa di un lavoro, di una casa dignitosa e, poi, invece, privato di ogni facoltà di negoziare condizioni anche di vita. Tutte le numerose vittime presenti sul territorio sono ospiti di un’associazione anti-tratta, specializzata in quella a scopo di sfruttamento lavorativo.
Fonte Codacons
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